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Friday, October 4, 2019

Frasario romanesco inglese

  • BREAD TO BREAD, WINE TO WINE - pane al pane, vino al vino
     
  • WE ARE AT THE SHORT IRONS - semo a li ferri corti
     
  • I TELL YOU POPELY POPELY - te 'o dico papale papale
     
  • ARE YOU LOOKING THE HAIR- stai a guardà er capello
     
  • WHEN IT WANTS, IT WANTS - quanno ce vo' ce vo'
     
  • BUT MAKE ME THE PLEASURE - ma famme 'r piacere
     
  • DON'T EXTEND YOURSELF - nun t'allargà
     
  • NOT EVEN TO THE DOGS! - manco a li cani!
     
  • BUT WHO MAKES ME MAKES IT - ma chi m'o fa fa'
     
  • HOW DOES IT THROW? - come te butta?
     
  • WHO WIRES YOU! - chi te se fila!
     
  • WHO HAS BEEN SEEN, HAS BEEN SEEN - chi s'è visto s'è visto
     
  • TODAY IT'S NOT AIR - oggi nun è aria
     
  • BY FEAR! - da paura!
     
  • GIVE IT TODAY AND GIVE IT TOMORROW - daje oggi e daje domani
     
  • PLEASE RE-TAKE YOURSELF - aripijate!
     
  • STAND IN THE BELL, LITTLE BROWN (DARK) - sta 'n campana, moro
     
  • STAY BEEF - stai manzo
     
  • I DON'T CARE OF LESS - nun me ne po fregà de meno
     
  • WE ARE AT HORSE - semo a cavallo
     
  • THERE ISN'T TRIPE FOR CATS - nun c'è trippa pe' gatti
     
  • I'M SO HUNGRY THAT I DON'T SEE - c'ho 'na fame che nun ce vedo
     
  • GO TO DIE KILLED - vammori ammazzato
     
  • YOU ARE BASTARD INSIDE - sei bastardo dentro
     
  • IT DOESN'T MAKE A FOLD - nun fa 'na piega
     
  • I OPEN YOU IN TWO LIKE A MUSSELt'apro 'n due come 'na cozza
     
  • SPEAK LIKE YOU EAT - parla come magni
     
  • I'VE MY LEGS THAT ARE DOING JAMES JAMES - c'ho le gambe che me fanno giacomo giacomo
     
  • GIVE TO THE HEEL, GIVE TO THE TIP - daje de tacco, daje de punta
     
  • YOU ARE OUT LIKE A BALCONY - stai fori come 'n barcone
     
  • I LIVE IN HUNDRED CELLS - sto a Centocelle

Thursday, June 13, 2019

Zero, though

This is a shower thought I will have to research - not a chance in the universe that was I the first to think about this.

Consider natural numbers as a counting device (and not as, say as an assiomatic system, or as points on line). As such, they are naturally attached units of measure - one pear, six aircraft carriers, two days. And, in set theory you can then take the set of sets having two of something as a definition of the number 2 (well, not quite, but almost).

Zero, though. Of course, one can use zero as a counting device: "I have one apple. I will eat it at lunch, and I will then have zero apples"

The notion of attaching measure units to "zero" (quite natural as you go form one apple to none) becomes rather strange as one considers the process of telling apart sets of equal numbered things.

Distinguishing between one elephant and one saxophone player is easy enough (assuming empty the set of saxophone playing elephants). What about telling apart zero apples from zero oranges?

Given an orange, and questioned about apples, I will count to zero, obviously. But, given the same orange, I will count to zero also if questioned about wine bottles, pencils, cars...

And of course,  the notion of "no things" is a gaping void (arh, arh).

So it looks that zero should be dimensionless -  a fact that set theory implicitly acknowledging the empty set as a member and subset of any set, while being unique.


Friday, August 31, 2018

A history of the word "Fuck"

Announcer:

Perhaps one of the most interesting words in the English language today is the word "fuck".

Of all the English words beginning with f, "fuck" is the single one referred to as the "f-word". It's the one magical word: just by its sound it can describe pain, pleasure, hate and love.

"Fuck", as most of the other words in English, has arrived from Germany. "Fuck" from German's "fliechen" which means "to strike". In the English language, "fuck" folds into many grammatical categories.

As a transitive verb, for instance:

"John fucked Shirley."

As an intransitive verb:

"Shirley fucks."

Its meaning isn't always sexual: it can be used as an adjective, as in:

"John's doing all the fucking work."

As a part of an adverb:

"Shirley talks too fucking much."

As an adverb enhancing an adjective:

"Shirley is fucking beautiful."

As a noun:

"I don't give a fuck!"

As a part of a word:

"Abso-fucking-lutely"

or:

"In-fucking-credible"

Or as almost every word in a sentence:

"Fuck the fucking fuckers!"

As you must realize, there aren't many words with the versatility of  the word fuck.

These examples show it used as a synonym the following words;

  • fraud: "I got fucked."
  • trouble: "I guess I'm really fucked now."
  • dismay: "Oh, fuck it!"
  • aggression: "Don't fuck with me, buddy!"
  • difficulty: "I don't understand this fucking question"
  • inquiry: "Who the fuck was that?"
  • dissatisfaction: "I don't like what the fuck is going on here"
  • incompetence: "He's a fuck-off!"
  • dismissal: "Why don't you go outside and fuck yourself?"

I'm sure you can think of many more examples.

With all these multipurpose applications, how can anyone be offended when you use the word?

Use this unique, flexible word more often in your daily speech. It will identify the quality of your character immediately. Say it loudly and proudly:

"FUCK YOU!"


- The Monty Python

Monday, May 14, 2018

Kit antitroll: cartellino giallo.

Istruzioni: questo modulo serve a rendere più comodo sbarazzarsi dai troll. Si può usare  nei forum, sui social, e in tutti i casi in cui s'incontra il buon vecchio Dick Internet. Basta copiare, incollare e personalizzare il testo, e farlo ogni volta che si individuano i segni del trollaggio (è il caso di familiarizzarsi con le sottogliezze di quest'arte oscura). Immediatamente dopo l'uso del form, bisogna scollegarsi dalla discussione (il che è il senso principale di tutta l'operazione), e ci si gode la pace portata dal silenzio. Evitate di usare il modulo troppo spesso, e tenete solo le violazioni commesse (se volete, potete citare la fonte).riducete alle  gli eccessi,  Il modo in cui lo uso io: 
  1. Alla  prima violazione, invio questo modulo e cesso ogni interazione diretta.
  2. Alla seconda violazione reinvio la notifica seguita da un avviso di killfile  seguito dal ban (una classica sequenza cartellino giallo/rosso, tanto non imparano mai)
Soprattutto, non fate come Dick, e seguite le regole della casa.

Licenza: CC-BY-NC-ND



Salve, devo purtroppo avvisarti che hai violato le regole della casa.

In particolare le tue infrazioni sono: (spuntare tutte le infrazioni rilevanti)

 1.1 Ti sei comportato da troll
 1.2 Ti sei comportato in maniera arrogante
 1.3 Ti sei comportato in maniera stupida
 2.1 
Ti sei comportato in maniera fastidiosa
 2.2 Hai fatto osservazioni personali
 2.3 Hai insultato altri utenti
 2.4 Ti sei comportato da adolescente senza esserlo (Se hai meno di 15 anni, fallo presente e questa infrazione non sarà presa in considerazione)
 3.1 Sei stato irrazionale
 3.2 Sei stato maleducato


    Inoltre, hai agravato la tua posizione con le seguenti azioni: (spuntare tutte le aggravanti applicabili)

     doxxing
     net-stalking
     aver tenuto comportamenti incredibilmente asinini
     aver messo per iscritto frasi che richiederebbero un esposto al tribunale
     aver dimostrato di possedere una bassissima padronanza della lingua e di essere incapace di comprendere un testo scritto
     aver tenuto un comportamento normalmente associato a gravi disordini neurologici/psichiatrici
     aver provato, al di là di ogni ragionevole dubbio, di essere incapace di intrattenere penseri coerenti (e lasciamo stare il pensiero razionale)
     aver messo in mostra ignoranza ed inadeguatezza intellettuale in quantità stupefacente perfino per internet (e ce ne vuole)
     Altro:................................................................

    Questo utente osserva le regole della casa, e perciò  terminerà ora la conversazione. Inoltre disabiliterà le notifiche, per darti agio di reagire con una delle elaborate e leggeremente patetiche risposte tipiche di queste situazioni, senza con ciò esserne ulteriormente disturbato. In caso di ulteriori infrazioni, l'utente si riserva il diritto di inserirti nella sua ban list (Wikipedia search: plonk), un luogo tranquillo dove potrai continuare a comportarti male senza essere sentito.

    Cordialmente,

    Nota Bene: questo è un modulo prestampato, l'originale aggiornato si trova a questo indirizzo.

    Sunday, January 28, 2018

    Guardate che neanche uno su mille ce la fa. E in fondo neanche se lo merita.

    Un paio di giorni fa è capitato in uno dei miei stream il sottotitolo
    di uno dei Ted Talks (non mi ricordo quale, so solo che l'oratore è
    una donna di colore). Una cosa motivazionale del tipo "Come possiamo
    insegnare ai giovani ad essere pensatori indipendenti, mettere in
    dubbio l'autorità, perseguire il proprio sogno". L'ossatura di un
    Bildungsroman Hollywoodiano o Disneyano. Il signor Smith che va a
    Washington, Erin Brokovitch che sconfigge la corporation e via
    dicendo. Lo sappiamo tutti che il piccolo uomo e la piccola donna,
    armati della propria vis sognatoria e della loro capacità di pensiero
    indipendente che li porta inesorabilmente a dubitare della realtà
    stabilita e delle parole dell'autorità, dopo peripezie appasionanti e
    drammatiche, coronano il racconto prevalendo orgogliosamente. Nei film.

    Poco dopo, sempre nel (dannato) stream che marcia incessantemente in
    uno dei tab del mio browser è passata una di quelle benintenzionate,
    ma ormai stantie, tirate sulla crisi della fiducia nelle competenze,
    dove "democrazia non significa che la tua ignoranza equivale alla mia
    incompetenza", "fake news" e via dicendo.

    Questo casuale accostamento mi ha fatto pensare (strano, dirà qualcuno). Prendiamo lo
    sciachimista medio. È senz'altro possibile sostenere che costui pensi
    indipendentemente e metta in questione l'autorità, che insiste a
    dirgli che nessuna potenza oscura sta seminando sostanze chimiche
    utilizzando gli scarichi degli aerei e che le scie di condensazione
    sono infatti vapore acqueo. Ted talk da manuale. Purtroppo la sua vis
    sognatoria e la sua capacità di pensiero indipendente etc. etc. sono
    al servizio di una solenne idiozia. Il che ci porta alla crisi di
    fiducia nella competenza, e via dicendo.

    Forse scopro l'acqua calda, ma mi pare singolare che non abbia
    mai sentito sottolineare da nessuno che questi due miti della società
    contemporanea: "devi pensare indipendentemente, mettere in discussione
    l'autorità, realizzare il tuo sogno" e "devi sapere riconoscere e
    rispettare la competenza degli esperti"; sono in diretta
    contraddizione tra loro.

    La popolarizzazione/democratizzazione della figura dell 'eroe'
    romantico ottocentesco ha moltiplicato i racconti di esemplari di
    persone della strada che, quasi con una mano legata dietro la schiena,
    svelano l'ipocrita ingiustizia dello status quo, additando a tutti la
    verità negata che era lì, sotto i loro occhi, bastava un po' di
    pensiero indipendente.

    Capisco che le storie in cui l'autorità in fondo aveva ragione, l'uomo
    della strada viene schiacciato dalla stupidità delle sue persuasioni o
    dalla preponderanza delle istituzioni, la verità accettata risulta
    vera e il sogno non si realizza, al botteghino vadano così così. Sono
    racconti che non comunicano grandi aspirazioni, essenzialmente perché
    riflettono il normale stato delle cose. In altre parole, la
    democratizzazione del mito eroico lascia fuori dalla porta uno degli
    ingredienti essenziali: l'eroe è un personaggio eccezionale che agisce
    in circostanze uniche.

    Galileo e Copernico hanno messo il Sole al centro dell'universo (si fa
    per dire), ma l'esercito di quadratori del cerchio ed inventori di
    macchine del moto perpetuo erano semplicemente una folla di ridicoli
    eccentrici, che avrebbe fatto meglio ad accettare la verità ricevuta e
    il cui sogno la storia si è incaricata di seppellire sotto una
    risata. Le cose sono quasi sempre come sembrano. "Uno su mille ce la
    fa" è una frase gravemente sbagliata per eccesso. E così via.

    Io non credo che questo voglia necessariamente dire che il pensiero
    critico sia una cosa da non esercitare o che quello che viene da una
    qualche autorità debba sempre e in ogni caso essere preso per buono a
    ragione della sua provenienza. Mi sembra però che la ripetizione e
    l'universalizzazione di questo messaggio abbia alla fine logorato la
    sua esagerata semplicità, e che continuare a riproporlo senza pesanti
    qualificazioni serva solo a peggiorare le cose. Bisognerebbe forse
    proporre qualcosa come:

    "Devi pensare con la tua testa, ma solo se 
    sei effettivamente capace di farlo, e, francamente, le probabilità sono 
    gravemente a tuo sfavore. Ah, e per il tuo sogno vale lo stesso."

     Certo, come messaggio motivazionale ha una forza abbastanza limitata.

    Capita quello che, ad opera di internet, è accaduto alle frasi belle e
    alle citazioni semplici del pensiero dei "grandi uomini". Quando non
    sono false (e lo sono piuttosto spesso) la loro ripetizione incessante
    da una parte ne espone i limiti, la paradossalità, non di rado la
    falsità. Dall'altro le rende, per molti, verità autoevidenti, parte
    dello sfondo accettato di come le cose stanno, o dovrebbero stare.
    E così, finiscono per essere dannose, oltre che ormai inutili.

    Ad esempio la mia città è stata tappezzata (forse lo è ancora) di una
    enfatica frase ad effetto attribuita ad Enzo Ferrari:

    "Se lo puoi sognare, lo puoi fare" 

    Ora, questa frase è semplicemente falsa, sia nel suo
    significato letterale (posso sognare un mondo fatto ad anello popolato
    di unicorni, farlo è un altro paio di maniche), sia nel suo contenuto
    esortativo: poter sognare cose, poterle fare e farle effettivamente
    sono cose completamente slegate. Solo il fatto che Enzo Ferrari
    (praticamente unico) avesse sognato di avere una scuderia di successo
    e che abbia poi in effetti realizzato questo sogno presta alla sua
    frase un'aura totalmente immeritata.

    E quindi, dopo decenni di esaltazione Ted-iana e Hollywoodiana degli
    eroi che vengono dal basso, è al tempo stesso percepito come
     banalmente ovvio - ma  totalmente falso - il fatto che il pensiero deviante
    costituisca un valore in sè e sia alla portata di tutti.

    La morale non la so. Forse è che i messaggi semplici, in un'epoca in
    cui non abbiamo il tempo per meditarci sopra e interpretarli come
    semplificazioni di realtà complesse e tendiamo invece a prenderli alla
    lettera, hanno fatto il loro tempo, e che i messaggeri dovrebbero
    prendersi un po' di tempo per contestualizzarli e renderli, se non
    veri, almeno utili. Ma può darsi che mi sbagli.

    Thursday, December 15, 2016

    Plus ça change

    What those proposals really mean

      
        From a218@mindlink.UUCP Thu Sep 21 11:21:53 1989
        From: a218@mindlink.UUCP (Charlie Gibbs)
        Subject: What those proposals really mean
    
        I came across this while cleaning out some old files...
      
      
    
    PROPOSAL PHRASE MEANING
    You are fortunate indeed to have   
    contacted a manufacturer who can   
    deliver the equipment within the    
    six-month delivery period, which   
    we estimate you require.   
    
    
     If we don't get some revenue
     from you this year we won't
     make our budget.
    
    
    We have carried out an exhaustive  
    and comprehensive survey of your   
    problems.   
    
    
     Look at the number of times
     we've taken you to lunch.
    
    
    Furthermore, in a multiprogramming 
    environment,two machines would offer
    an element of parallel processing  
    which would not otherwise be possible
    on any computer equipment you are  
    likely to consider.   
    
    
     We can't do it on one machine.
    
    
    We cannot overemphasize the        
    importance of this decimal         
    arithmetic capability.   
    
    
     We have no floating-point
     hardware.
    
    
    Our third-generation equipment     
    provides the highest standard of   
    reliability.   
    
    
     There will be no local backup.
    
    
    While we have not been shown detail
    flow charts and description of your
    production control systems, we     
    estimate that the computer time   
    required each week should not exceed
    four hours.   
    
    
     We can't understand your
     specification, but the last
     one we did took four hours.
    
    
    No detailed knowledge of the       
    interface to the communications    
    network is required by the user's  
    programming staff.   
    
    
     You will have to hire
     a specialist who can
     understand it.
    
    
    Using our high-level COBOL compiler
    programs can now be written in the 
    English language.   
    
    
     02 NICTRB REDEFINES SLSGTB
                    PIC X(30).
    
    
    This particular peripheral is      
    available on a purchase-only basis.
    
    
     We don't make it, and never
     want to see it again once
     you have bought it.
    
    
    Local backup with comparable       
    installations will be provided.    
    
    
     We are hoping to sell a
     similar configuration to
     another company 350 miles
     away.
    
    
    The software we have recommended is
    in the advanced development stage. 
    
    
     We will start writing it as
     soon as you sign the order.
    
    
    The equipment can be delivered to  
    suit your requirements, but we     
    estimate that you will not be ready
    to take delivery until considerable
    systems work has been carried out. 
    
    
     We cannot deliver a machine
     for two years.
    
    
    Independent assessment has rated   
    our data preparation equipment     
    among the best available.   
    
    
     If you don't want our computer
     please buy our keypunches.
    
    
    In accordance with our policy of   
    progressive improvement, the right 
    is reserved to alter any detail of 
    price, specification, or terms     
    without notice.                    
    
    
     We hereby divest ourselves of
     any responsibility for what we
     have said, written, or are
     about to say or write.
     
    
    
    (Taken from the October 1968 issue of Datamation)

    Tuesday, October 25, 2016

    Some basic IT types

    A short, non-exhaustive list of basic types I met while working in IT.

    The jobber, a.k.a "The reliable". Does what needs to be done, nothing more, nothing less. Seldom takes initiatives, and when he does, they're on the excruciatingly safe side. For instance, she may change a comment o clarify it. Because he does not care endless repetition of the same task, and is apparently impervious to boredom, he is often assigned to reporting, the printing subsystem, backups, and fixing the bugs nobody else has ever been able to reproduce. Infinitely useful in production. Gets scared if talked to abruptly, or too loudly.

    "The visionary", a.k.a. "whizkid", "The maniac". Always getting up to speed on the latest technologies, harbors a deep disdain for anything that's been developed before than N years ago (N>0.5). Seldom seen installing software at the RC level, favors pre-alphas or nightly builds. For this reason, the machines he's been using for more than three days need to be reinstalled from scratche before they can be passed on. His projects, usually a wreck of failed dependencies from abandonware, do sometime evolve in the prototype of the next great product. Anyway, nobody can ever tell what the visionary's current project is about, because he  describes it in obscure utterances that Mr. Wolf (QV) himself takes a day to parse:

    "My paradigm shifting, game changing idea is a Cordova project built with Bower and Grunt, of course I threw in Moustache for templating and Angular - Ionic, really - as a framework. It is nearly at the deploy stage, which will be in a microservices matrix on Digital Ocean created using Terraform and based on Kubernetes clustering technology". 

    Should never be given checkin permission on official repositories.

    Mr. Wolf a.k.a "I solve problems". An omnivorous reader, he is constantly reading up on everything, never really becoming a specialist of something. He solves problems that baffle most anyone, but he gets quickly bored and he's back on reddit or hacker news after delivering a three day "proof of concept solution" ("I'm sure the guys will figure out the details by themselves, better than I can"). Usually distant, aloof and detached, has a hard time switching contexts, and may dreamily remark "Oh, you talking to me? Would you remind repeating?" after ten minutes of being spoken to. Depending on his/her level of attention, he may answer in maddening monosyllables ("Do you know a solution for quantum gravity?" "Yes") or keep on talking for the balance of the afternoon. His code must be closely reviewed by The Jobber or by Auntie (QV) to tie up the hundreds of loose ends and missing details. On the other hand, one can converse with him about quantum physics or XV century Flemish waterpainters because "Good you mentioned it, I just read a few interesting things about this".

    The Anal Retentive, a.k.a "Auntie". Fastidious in the extreme, the anal retentive is the universal source of overengineering. If a project has the dreaded "Are you sure that you are sure that you want to do this?" popup/feature, Auntie is invariably the author. Spends his/her free time dreaming up unforeseen actions users may engage in, and inventing ways to block them. His projects are the wet dream of bondage practitioners and the screaming nightmare of user support, flooded by phone calls of users unable to proceed past the welcome screen because "You do not have permission". When given a data model, Auntie releases a database in 13th normal form that nobody would be able to use, except it comes accompanied with 10,000 documented use cases. This way, when asked about the product, Auntie can roll up his eyes, sigh despiritedly, and say "It's all described in the use cases. Have'nt you read them?". A tireless worker, Auntie  is a useful, sometimes necessary presence. But he will drive you insane.

    Elliott a.k.a. "The socially challenged". Has exchanged no more than four sentences with the co-workers since the day he arrived. His desk is cluttered with stacks of objects - manuals, electronic equipment, pizza cartons, cheese bagels in various stages of decay - which hide him from view. His hours are unpredictable, as proved by the fact that he answers email (if ever) at 3 AM. "I stopped using Tor long before the NSA thing, the level of privacy it offers is nothing less than laughable". His checkins are impeccable and his code brilliant, but everyone expects to see him hauled away by the Police any day.

    The Ballast, a.k.a "The fish", "The idiot". Started dabbling in PHP at school, mixing html and code. Still does. If told "framework", The Ballast exhibits the blank stare of a mackerel confronted with a photo of the Large Hadron Collider. Persuaded that SQL injection is an intractable problem, was puzzled by the "Bobby Tables" cartoon and did not even smile at it. "I'd really like to read up and study, but what with all my day to day workload". This type is a catastrophe, but - being extremely cheap - it's always very well represented.

    Mozart, a.k.a "The genius". Has deep knowledge of 14 programming languages and has written popular projects in all of them, as well as designing one of his own (due in the next ACM conference on languages). Mozart's github has 397 forks and 12000 yearly downloads. "Oh, no, I finished this weeks tests and checkins early Tuesday. This one is my weekend project." His resume lists stints at all the major industry outlets, and he sometimes drops lines like "...I know, this is something I must have tried to explain to Linus 100 times. At a minimum." , "Larry (Wall) and Guido (van Rossum) also chimed in, so yes,  all the old gang was there.". Never around for long.

    "Been there, done that" a.k.a. "The veteran". "Yes, it is the same exact thing we used to do on the CDC Cyber 7600. Of course, today we have a different DCL and much more resources". Usually spotted among the sysadmins.

    "The peripheral" a.k.a "Stressed out". Disillusioned by the core job (often because of a close cooperation with Auntie) has applied to QA or User Support, realizing too late of having fallen from the frying pan into the fire. Constantly confronted with the trivial ("Of course you have to turn the PC on") or the absurd ("I can assure you long term weather predictions were never a part of our inventory management software") he has developed brilliant evasive  tactics ("Did you upgrade the graphic card and mouse drivers, and applied all the OS updates? Get back to us when you are done" - "NOTABUG - WONTFIX"). Nevertheless, the job is taking its toll. Seen by the colleagues as a harbinger of bad news and as somebody out of the loop, is treated by them with condescending lines: "Of course a basic understanding of the technology is needed...". Usually resigns in two years.

    "Bastard Operator From Hell", a.k.a "Herod". A school buddy of the founding partners, his authority is unassailable. Manages network security, resources and - often - telephony and has elected Argus Filch (the Hogswarth warden) as a role model.

    "I cannot understand what use can you possibly have of print privileges."
    "We were running low on space and, since you where not using it fully, I had your new 1TB disk replaced with a 500MB one. It's more reliable, and you can still use some space on the server."
    "Of course we removed the network card and blocked all USB ports. The licensing machine has to be secure."
    "WI-FI??????? You outta your mind kid??"

    The Old Fart, a.k.a "The retiree".
        "You know, I never really got along with this OO fad."
    CHAR(17) SURNAME
        GOTO LABEL019
        $ ed README
        "Was it on usenet?"
        "Mine is a lightweight site. It shines on lynx"
        "UTF?"
        "Zzzzzzzzzz...."

    Monday, October 24, 2016

    Alcuni tipi base in IT

    Una lista, non esauriente, di alcuni tipi base di personalità che ho incontrato lavorando n campo informatico.

    Lo sgobbone, ovvero "L'affidabile"": Fa quello che è necessario fare. Niente di più, niente di meno. Raramente prende iniziative, e quando lo fa, sono prudentissime, tipo rendere più chiaro un commento. Si aggiorna solo per quello che è necessario ai compiti che deve svolgere al momento. Poichè non gli pesa ripetere la stessa attività un numero arbitrario di volte ed è apparentemente incapace di annoiarsi, in genere gli vengono affibbiati i report, i sottosistemi di stampa, i backup e i bachi che nessun altro riesce a riprodurre. Utilissimo in produzione, basta non rivolgergli la parola troppo bruscamente o a voce troppo alta, che si spaventa.

    Il visionario, ovvero "Il Ciappinaro": insegue costantemente l'ultima tecnologia, sdegna tutto quello che è stato fatto N anni fa (N>0.5). Di rado installa qualcosa che è allo stadio RC, preferisce le alpha release o i nightly build. Di conseguenza, le macchine che ha usato per più di tre giorni vanno reinstallate da zero prima di passarle ad altri. I suoi progetti naufragano miseramente in una jungla di dipendenze da abandonware oppure diventano il prototipo del prossimo prodotto di successo. Nessuno è in grado di dire esattamente su cosa stia lavorando, anche perchè descrive i suoi progetti con frasi criptiche che anche Mr. Wolf ci mette una giornata a decodificare.

    "Si tratta di un progetto Phonegap che usa Bower e Grunt per il build, Moustache come sistema di template e Angular - Ionic, in realtà - per l'MVC. Presto farò un deploy di test in una matrice di microservizi su Digital Ocean usando Terraform, con una tecnolgia di clustering basata su Kubernetes.".

    Da tenere alla catena, lontano dai repository ufficiali.

    Mr.Wolf, ovvero "Risolvo problemi": Onnivoro, legge qualunque cosa e si aggiorna costantemente su tutto senza mai diventare specialista di quasi niente. "Risolve problemi" che lasciano perplessi tutti gli altri, ma dopo tre giorni si annoia, molla tutto e torna su redddit o hacker news.
    Normalmente distratto, quando è assorto ha grandi difficoltà a cambiare contesto: capita di parlargli per dieci minuti prima che dica, con tono sognante "Ah, ma parlavi con me? Ti dispiace ripetere?". A seconda del livello di attenzione in cui si trova, può dare risposte monosillabiche alla Clouseau ("Sai se sia possibile quantizzare la gravità?" "Sì") o parlare per un pomeriggio intero.
    Il codice che sviluppa dev'essere ripassato da uno sgobbone o da Zietta per mettere a posto i diecimila dettagli che mancano. In compenso ci si può parlare anche di meccanica quantistica e degli acquarellisti fiamminghi del '400, perchè "ha letto alcune cose al proposito".

    anal retentive, ovvero "Zietta": Ossessivamente pignolo, è quello che introduce l'overengineering nei progetti. Se in un progetto esiste il popup "Sei sicuro di essere sicuro di voler fare X?", l'ha fatto lui. Passa il tempo libero a immaginare azioni impreviste che gli utenti potrebbero intraprendere e ad almanaccare modi per vietarle. I suoi progetti sono il sogno di un appassionato di bondage, e l'incubo dello user support che è bombardato di telefonate di utenti impastoiati nella schermata iniziale perchè "non hanno i permessi adeguati". Se gli si dà un data model, svilupperà un database in 13a forma normale, che nessuno sarebbe in grado di usare, se non fosse che ha anche simultaneamente prodotto 13,000 pagine di use cases, in modo che tutte le volte che qualcuno gli chiede qualcosa sul suo prodotto può rispondere (sospirando) "E' tutto negli use cases. Non li hai letti?". Lavoratore instancabile, è una presenza utile e perfino necessaria. Ma ti tira scemo.

    Elliot, ovvero "L'asociale": da quando è stato assunto non ha scambiato più di otto parole con nessuno. La sua scrivania è costantemente coperta da alte pile di oggetti di varia natura (manuali, schede elettroniche, cartoni di pizza, panini dimenticati in vari stadi di decomposizione) che lo nascondono alla vista. Fa orari imprevedibili e risponde alle email (se risponde) alle tre di notte. Dice cose del tipo "Ho smesso di usare Tor, perchè le garanzie di privacy che offre sono risibili.". I suoi checkin sono impeccabili, il suo codice brillante, ma tutti si aspettano che prima o poi i carabinieri arrivino e lo portino via.

    Il peso morto, ovvero "Il programmatroto": ha imparato a scrivere un po' di php quando studiava, mischiando html e codice. Continua a farlo. Se gli dici "framework" nei suoi occhi compare l'espressione perplessa che ha uno sgombro davanti alla fotografia del Large Hadron Collider di Ginevra. E' convinto che la SQL injection sia un problema insormontabile: quando ha visto il cartoon di Bobby Tables, non ha neanche sorriso. "Eh, mi piacerebbe aggiornarmi, ma il lavoro è sempre troppo". E' una sciagura, ma siccome è molto economico, è numericamente dominante.

    Mozart, ovvero "Il genio": conosce in profondità 14 linguaggi di programmazione, e ha fatto progetti importanti e popolari con quasi tutti. Il suo github ha 12000 download e 345 fork. "Ah, no, i test e i checkin della settimana li ho finiti Martedì. Questo è il mio progetto del weekend". Ogni tanto dice cose come "...avrò cercato di spiegarlo a Linus 100 volte". Non si riesce mai a tenerlo per molto.

    Been there, done that, ovvero "Il veterano": "Sì, è esattamente la stessa cosa che facevamo sempre sui Cyber CDC 7600, ma naturalmente oggi abbiamo un altro DCL e molte più risorse." Spesso avvistato tra i sysadmin.

    Il periferico, ovvero "Lo stressato": deluso dallo sviluppo (spesso per il burnout derivato dalla collaborazione con Zietta) si è fatto assegnare al QA o allo User Support senza capire di essere caduto dalla padella nella brace.
    Bombardato da richieste banali ("Certo che deve accendere la macchina") o assurde ("Ne sono sicuro, le previsioni meteorologiche di medio periodo non fanno parte del nostro software di magazzino"), ha sviluppato brillanti strategie evasive ("Ma prima che cominciamo, ha aggiornato il firmware, il driver della scheda grafica e quello del mouse? Ritelefoni quando l'ha fatto" - "NOTABUG. WONTFIX"). Però, lo stress si vede.
    I colleghi lo considerano un messaggero di sventure e uno fuori dal giro e gli dicono cose del tipo "Certo, se non sei aggiornato o non capisci la tecnologia di base...". In genere si licenzia dopo un paio d'anni.


    Bastard Operator From Hell, ovvero "Erode": Inamovibile per essere andato a scuola coi soci fondatori, è responsabile della sicurezza di rete, delle risorse e (spesso) della telefonia. Ha eletto a suo modello caratteriale Argus Filch, il guardiano di Hogswarth.

    "Non capisco a cosa possono servirti i privilegi di stampa."
    "Eravamo a corto di spazio e, visto che non lo usavi tutto, ho fatto sostituire il disco da 1TB della tua macchina con uno da 500MB. Fra l'altro è più affidabile, e puoi sempre usare i dischi del server."
    "Certo che abbiamo tolto le schede di rete e disabilitato le porte usb. La macchina del licensing deve essere sicura, o no?"
    "WI-FI????????????? Sei impazzito?"


    The old fart, ovvero "Il pensionato":

        "Mah, io 'sta moda dell'Object Oriented..."
        CHAR(23) COGNOME
        GOTO LABEL019
        $ ed README
        "L' hai letto su usenet?"
        "Il mio è un sito web leggerissimo, che si vede bene anche su lynx"
        "UTF?"
        "Zzzzzzzzzz...."

    Thursday, September 22, 2016

    Building emacs 25.1 on Fedora Core 22

    I am not (no longer) a big fan of OS updates (and the grueling work of picking up the pieces of broken stuff the usually comes after that. So it is not unusual, for me, to be lagging 2-3 major releases behind my distro of choice. I am currently at Fedora Core 22, while the world runs at FC24 speed.

    Now, however, emacs 25.1 is out, and a birdy is telling me it won't be built for FC22. Few choices but to build it myself (I'd already done it back in FC15 days): it turns out that it is pretty staightforward on my main box:

        #  wget http://mirror2.hs-esslingen.de/fedora/linux/updates/24/SRPMS/e/emacs-25.1-0.3.rc2.fc24.src.rpm
        #  dnf builldep emacs
        #  dnf builddep emacs
        #  sudo dnf builddep emacs
        #  rpm --install emacs-25.1-0.3.rc2.fc24.src.rpm 
        #  cd ~/rpmbuild/RPMS/SPECS/
        #  dnf install webkitgtk3-devel
        #  rpmbuild -bb emacs.spec 
        #  cd ../RPMS/
        #  dnf update */*.rpm


    Friday, September 16, 2016

    Una strana corsa ad ostacoli.

    Installazione di Ai Wei Wei a Palazzo Strozzi

    Nell'arte, per un lungo tempo, ci sono state la materia - la tela, la pietra, il suono, il tamburo - e la forma - la Madonna in trono con santi, la scena mitologica, la fuga, il blues. La materia andava vinta. La forma era un avversario e una camicia di forza, ma anche il  punto d'incontro tra l'espressione e le aspettative dello spettatore.

    I migliori, quelli che chiamiamo Artisti, utilizzavano la loro maestri tecnica per dominare la materia e per piegare la forma a fini espressivi: talvolta portavano l'espressione di una forma al suo massimo culmine (Bach, la fuga), talvolta addiritura la trasfiguravano (Beethoven, la sonata, la sinfonia). C'era poi chi si limitava ad appoggiarsi alla forma: gli artigiani, i virtuosi.

    A un certo punto (che fisso arbitrariamente al 1945) quello che fino ad allora era considerato un evento traumatico - la creazione di una nuova grammatica formale - è diventata una pratica non solo concessa, ma perfino richiesta agli artisti che volessero essere "contemporanei". Il patrimonio tecnico-artigianale della pratica artistica poteva essere subordinato all'apparato concettuale che si voleva rappresentare. Così l'opera d'arte a volte sfumava nella trovata e diventava un capolinea. L'immagine della madonna ha avuto migliaia d'interpretazioni, ma un pisciatoio rovesciato si può esporre una volta sola, e dopo 4' 33" di Cage nessuno (tranne Cage, ma è morto) puo' comporre "1 minuto e 43 secondi e mezzo" .

    Attraversando l'esposizione permanente del Centre Pompidou in senso cronologico si passa da opere di contenuto magari provocatorio, ma con cui la relazione è immediata (il quadro, la scultura) ad oggetti ambigui, multiformi e arbtrari, le proverbiali installazioni sempre a rischio di essere buttate dalla signora delle pulizie. Ai Wei Wei può, da artista, esporre gommoni arancioni sulla facciata di palazzo Strozzi a Firenze (una installazione che personalmente non trovo sgradevole, ma che ha sollevato un discreto clamore).

    Cosa resta al non specialista che vuole orientarsi? Studiare la grammatica espressiva di ogni artista, o della particolare microscuola a cui aderisce è un'impresa al di fuori della portata dei  più. Si deve forse dare ragione a Morton Feldman, quando scrisse che il musicista è diventato come lo scienziato, depositario di una conoscenza specialistica esclusiva di cui il non iniziato non può chiedere più di tanto ragione? A me questa sembra una sconfitta dell'espressione artistica in generale. L' arte sarebbe quella del pittore preferito dai pittori, del poeta preferito dai poeti, più un modo di soddisfare i bisogni (o di grattare i pruriti) di un circolo privato che uno sguardo sull'esistenza umana.

    A volte guardare la scena artistica contemporanea è come assistere ad un gara di 400 ostacoli dove sono spariti ostacoli, linea della partenza, traguardo, corsie e pista. C'è chi corre da campione, chi da dilettante, chi c'è entrato per caso. Forse qualcuno vince. Ma distinguerli è quasi impossibile.