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Wednesday, April 2, 2014

All'italiana

All'inizio del secolo scorso a Modena vennero abbattute le mura. I modenesi, gente segretamente nostalgica, le hanno sempre rimpiante, anche se a quanto se ne sa le mura di Modena non erano un granché, niente al confronto di quelle di Lucca o di Ferrara.

Al posto della passeggiata dei bastioni, venne creato un parco, e, dopo il massacro che fu la prima guerra mondiale, i bambini delle scuole andarono a piantarvi degli alberi in memoria dei caduti. Il parco delle Mura divenne così il parco delle Rimembranze, coronato di alberi che oggi sono secolari. A Modena è semplicemente e per antonomasia "il Parco". Quando, a Modena, vogliono che vi leviate dai piedi, vi invitano a farvi un giro nel Parco - in altri tempi vi avrebbero detto: "Veh, vamo a fer un gir ed la Mura.".

Nel parco i Modenesi girano spesso, soprattutto nelle sere d'estate, quando amano fermarsi nei chioschi che per il prezzo (carissimo) di una birra o di un banana split permettono ai Modenesi (gente non troppo segretamente pettegola) di prendere il caldo e di trarre le conseguenze dal fatto che il tale è passato passeggiando con la tal'altra, mentre Caio non si fa più vivo, eccetera. Meglio però dire, al passato, che i modenesi amaVANO fermarsi nei chioschi che permetteVANO...con quel che segue.

Questo perché, pochi mesi fa, un progetto di "miglioramento" ha abbattuto i vecchi chioschi - costruzioni abbastanza anonime rivestite di lamiera color crema, come usava negli anni '50 - e nel parco sono arrivati i cantieri per erigere i nuovi chioschi. Per un bel po' di tempo i giornali cittadini si sono interessati della questione solo per discutere di come fossero cambiati i contratti di concessione, e i Modenesi si limitavano a guardare scocciati le ruspe che vomitavano fumi di scarico e abbattevano qualcuno degli alberi piantati dai loro nonni e bisnonni bambini per fare posto alle piattaforme di cemento degli erigendi chioschi.

Poi qualcuno (penso Italia Nostra, ma in realtà non ha importanza) ha dato un'occhiata al progetto dei nuovi chioschi e ha scoperto che: sono brutti. Io non sono particolarmente qualificato a giudicare della bellezza degli edifici (chi lo è?) ma posso testimoniare che i disegni, vagamente reminiscenti dell'architettura modernista (Mies Van der Rohe e Le Corbusier per intenderci) non fanno ben sperare. E' vero che i vecchi chioschi non facevano pensare al Palladio, ma è anche vero che rimpiazzarli non pareva una questione urgentissima, e che abbattere degli alberi (secolari e rimembranti) per farlo è uno scempio. Aggiungo che io, a mangiare il gelato nei chioschi, non ci vado (quasi) mai, e mi sarei volentieri tenuto gli alberi, sotto i quali passeggio spesso.

Neanche Italia Nostra va a farsi una birra nel parco d'estate, a quanto pare, e i chioschi le sono piaciuti pochissimo. Tanto che, da quel momento, tra i Modenesi amanti del bello, è nato un movimento antichiosco che ha avuto il suo culmine quando un paio di settimane fa, un giudice ha sequestrato i cantieri per tutta una serie di abusi e violazioni di regolamenti. A tre quarti dei lavori.

Sono certo che di abusi e  violazioni ce ne sono, a decine. Io stesso, per il solo fatto di essermi alzato stamattina e aver fatto colazione, devo aver violato un paio di leggi e tre regolamenti comunali senza neanche rendermene conto. In Italia funziona così, e speriamo che nessuno se ne sia accorto.

La vicenda ha i suoi aspetti comico-surreali. Ad esempio il Comune difende gli interventi al "Parco delle Mura" mentre il FAI condanna lo scempio commesso ai danni del "Parco delle Rimembranze": questo perché in Italia i parchi "delle Rimembranze" sono soggetti ad un vincolo paesaggistico aggiuntivo e quindi, sottolineanddo l'aspetto rimebranz... (vabbè ci siamo capiti) l'abuso raddoppia.

Però. Ammettiamo pure che i chioschi nuovi siano un pugno in un occhio, che l'abuso ci sia e sia grave e che si debba tornare allo stato quo ante - magari con dei chioschi più belli, e meno cementificanti e non permanenti come mi pare di aver capito voglia Italia Nostra. Anche così non si può non vedere che questo metodo bislacco, che è quello che in Italia si applica sempre, massimizza il danno di tutti, tranne che di giudici e avvocati, che si sono trovati da lavorare.

Le casse della collettività ci rimettono i soldi già impiegati nei lavori, oltre a quelli che non incassati in concessioni per il prossimo mezzo secolo (il tempo tecnico strettamente necessario a istruire e perfezionare i dibattimenti: vogliamo scommettere?).

I concessionari ci rimettono la concessione e - siccome la cosa succede in Aprile - forse il reddito della prossima Estate. Forse qualcuno andrà fallito, il che, di questi tempi, ci voleva proprio.

Il costruttore ha i cantieri immobilizzati, il che è anche un discreto danno economico - inflitto molto prima che si sappia se c'è qualche responsabilità del costruttore stesso.

Il parco ha perso gli alberi, ma guadagna una decina di cantieri permanenti, che con i loro recinti di plastica arancione e il loro contenuto di mozzicone di chiosco sono senz'altro un pugno in un occhio molto peggiore dei chioschi terminati. Forse quando i decenni li ricopriranno d'edera, lichene e vilucchi acquisteranno un loro fascino di rovina postromantica, non so.

Infine i modenesi ci rimettono le loro birrette estive nell'afa del Parco. Forse il vuoto verrà riempito dal furgone di qualche piadinaro, altro oggetto di estetica discutibile.

A qualcuno verrà da chiedersi dove stavano i guardiani delle bellezze cittadine quando venivano presentati i progetti: in altre occasioni meno cogenti, ad esempio per la difesa dell'orrendo sgorbio che è lo stadio Braglia ("interessante esempio di architettura in cemento armato degli anni 1930": cioè, un brutto scatolone) i tutelatori sono intervenuti con ampio anticipo.

Un cretino, come il sottoscritto, si chiede se non si potevano sequestrare in parte i proventi delle concessioni dei chioschi (a titolo di accantonamento per il futuro eventuale ripristino) far terminare i lavori e permetterne l'esercizio fino al termine del contenzioso (il cui esito, fra l'altro, non è scontatamente contro il Comune).

Ma pare di no. E quest'estate, sarà dura sapere chi passeggiava nel parco con chi. Se ne andranno tutti in macchina al 212.

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P.S: A tutti quelli che, dotati di un istinto legale superiore al mio, si stessero dicendo "La sua soluzione è impraticabile, perché peggiorerebbe l'abuso già in essere! E creerebbe un pericoloso fait accompli difficile da emendare!!!" vada il mio amichevole invito a farsi un giro nel Parco delle Mura. O delle Rimembranze, se preferiscono.

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