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Thursday, January 8, 2015

Non sono un complottista, però. Sono per la libertà d'espressione, però.

Tl;Dr: opinioni forse poco originali su progressismo,  e libertà d'espressione all'indomani della strage di Charlie Hebdo.
 
A neanche 24 ore dalla strage di Charlie Hebdo, alcuni progressisti italiani - che sono la parte con cui, nonostante tutto e non so per quanto ancora, continuo ad identificarmi - hanno cominciato a declinare in varie salse alcune delle seguenti opinioni: 


1) "Si tratta di una strage di matrice masson-pluto-giudaico-raeliana, finanziata dalla CIA, che serve a farci accettare che esiste lo scontro di civiltà"

2) "Non si dica islamici! Questi sono terroristi e basta."

3) "Però, in fondo, le vignette erano davvero offensive."

4) "Diamo voce all'islam moderato!" (E se l'Islam moderato la voce se la prendesse, per una volta? E magari prima di una cosa del genere, anzichè dopo? N.d.R)

5) O peggio. (Ok, con questo qui non vorrei identificarmi neanche per sbaglio)

La prima cosa che mi viene in mente è che queste sono più o meno le stesse reazioni che mi ricordo quando, negli anni 70 del secolo scorso, si ebbero i primi attentati delle BR. "Nihil sub sole novi": alcuni non si sono ancora persuasi di quello che accadde allora e continuano a cercare un grande vecchio.

"Since when have liberals let facts get in their way?" (Quando è stata l'ultima volta che un progressista ha permesso che i fatti intralciassero le sue opinioni?) Lo scontro di civiltà è un'etichetta semplificativa, e, forse, in una certa misura, vuota. Ma è dal 1992 (quando Huntington coniò la frase) che la mia parte deride anche il solo sospetto che contenga un seme di verità. All'inizio ridevo anch'io, e stavo a sentire quelli che dicevano che saremmo tutti diventati multiculturali. Oggi penso che potremmo darci uno sguardo attorno, persuaderci che l'Islam non si esaurisce col couscous, Khalil Gibran e i monaci sufi e dare un'occhiata critica alla nostra 'political correctness'. Siamo pronti a ritirare a patente alle donne e sbattere in galera o giustiziare tutti gli omosessuali?

"Sia ben chiaro, io sono a favore della più totale libertà d'espressione. Parlo con tutti e a tutti consento di parlare.

Fatta salva la doverosa pregiudiziale sulla rottura delle uova dalla parte sottile: a coloro che sono a favore di rompere le uova dalla parte sottile devono essere negati tutti gli spazi, inclusi quelli che ad essi consentono di propagare le loro grossolane, incivili idee sui metodi di rottura delle uova.

Su questo, spero, siamo tutti d'accordo"

Mi rendo ancora una volta conto che l'unica idea che dà veramente fastidio a tutti è che ad ognuno sia garantita la libertà di dire (ma non di fare) pubblicamente  quello che crede. Sì, a tutti: anche agli odiatori di Maometto, della Patria, della mamma, della famiglia naturale e di quella innaturale, della democrazia, del cristianesimo, alle Sentinelle in Piedi, a quelle sedute e ai nazisti dell'Illinois).

“A truly great library contains something in it to offend everyone.”  
Jo Godwin.

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